Tubi, Sacca e Melodia: Il Funzionamento della Cornamusa Scozzese

04.07.2025

Lo ammetto: la prima volta che ho visto una cornamusa scozzese smontata, ho pensato di trovarmi davanti a un puzzle. Tubi, legno, metallo, plastica, pelle… mancava solo il manuale d'istruzioni IKEA! Ma non temete: oggi vi porto a fare un tour guidato tra le parti fondamentali di questo strumento affascinante (e sì, anche un po' capriccioso). 

Partiamo dal cuore: il Chanter

È qui che nasce la melodia. Il chanter è quella canna con otto fori che si suona con entrambe le mani. In pratica, è la "voce cantante" della cornamusa. Senza di lui, avremmo solo un sacco con dei tubi che ronzicchiano – letteralmente!

I bordoni: Tenor Drones e Bass Drone

Se il chanter canta, i bordoni… fanno da coro. I due tenor drones tengono una nota costante, un'ottava sotto il chanter. Il bass drone fa lo stesso, ma due ottave più in basso. Il risultato? Quel sottofondo ipnotico e continuo che dà alla cornamusa il suo suono così unico. E sì, non cambiano mai nota – mai! Però senza di loro, il tutto perderebbe profondità.

Bag – ovvero, la nostra "riserva d'aria"

La sacca, in inglese bag, è ciò che ci permette di suonare senza interruzioni. Soffi dentro e poi, aiutandoti anche con la giusta pressione del braccio, fai uscire l'aria a comando. Il bello è che puoi trovarla in pelle naturale, in tessuti sintetici o in una combinazione dei due (le famose "sacche ibride"). Di solito la si copre con un bel tartan o con del velluto, perché un tocco di eleganza fa sempre la sua figura, soprattutto quando si tratta della Nobile Signora delle Highlands, come viene talvolta chiamata la cornamusa!

Il Blowpipe – detto anche insufflatore

Come suggerisce il nome, è il tubo attraverso cui soffiamo l'aria nella sacca. E no, l'aria non ci torna indietro (per fortuna), perché c'è una valvola di non ritorno che blocca il fiato. Una piccola meraviglia meccanica che ci evita spiacevoli sorprese.

Gli Stocks – il "nodo" dell'intero sistema

Sono i raccordi che tengono insieme le canne e la sacca. Devono essere fissati alla perfezione e sigillati ermeticamente, perché se l'aria esce da lì... addio musica e benvenuta frustrazione!

Le Cords – il tocco fashion (ma utile)

Quelle belle cordicelle che tengono insieme i bordoni non sono solo decorative: servono prima di tutto a mantenerli in posizione e ad evitare che penzolino o, peggio, cadano.


I materiali: non solo legno!

La maggior parte delle canne (chanter, bordoni, blowpipe, stocks) può essere realizzata in African Blackwood, un legno scurissimo e molto resistente all'umidità, oppure in materiali plastici di ultima generazione. Entrambi hanno i loro pro e contro, ma la qualità del suono… beh, quella dipende soprattutto, anche se chiaramente non solo, dalle ance (spoiler: ci arriviamo).

Zoom su un bordone (perché sì, sono complicati!)

Guardando un tenor drone, noterete che è composto da una sezione superiore e una inferiore (il bass drone ne ha tre, perché gli piace complicarsi la vita). Le sezioni si collegano tra loro tramite il Tuning Pin o Slide, due termini in realtà solo parzialmente intercambiabili. Lo Slide permette di allungare o accorciare la canna per regolare l'intonazione. In pratica, è il nostro "accordatore integrato".

Poi ci sono le ferrule, degli anelli nati con la funzione di proteggere il legno dall'eccessivo rigonfiamento dovuto all'umidità, e che – nei modelli in plastica – fanno comunque la loro bella figura. Possono essere in plastica (spesso bianca a imitazione dell'avorio), in nickel, argento o metalli più ricercati.

I projecting mounts sono quei "bozzi" sporgenti che servono a proteggere lo strumento da urti mentre lo si trasporta o si cammina suonando, ma anche da sbalzi di temperatura quando lo si appoggia su una superficie piana.

Infine ci sono il ring cap e il bush, nella parte superiore del bordone, che proteggono l'estremità e aiutano anche un po' con la proiezione del suono.

Ma come fa tutto questo a suonare?

Il segreto sono le ance. Ogni canna ne ha una, e sono loro a trasformare il soffio in suono.

  • Le ance dei bordoni sono semplici, con una sola lamella vibrante.

  • L'ancia del chanter, invece, è doppia: due lamelle che vibrano l'una contro l'altra.

Entrambe possono essere realizzate in canna naturale o in materiale sintetico. Per i bordoni, le ance sintetiche funzionano benissimo e ormai sono lo standard praticamente ovunque. Per il chanter… eh, qui la faccenda è più delicata: la maggior parte dei pipers continua a usare solo ance in canna, salvo il caso in cui si sia esposti a climi eccezionalmente estremi, perché quelle sintetiche – diciamocelo chiaramente – suonano un po' come una zanzara raffreddata.

L'innesto delle ance su chanter e bordoni

E l'umidità? Nemica numero uno!

Ultima cosa, ma fondamentale: all'interno della sacca vengono spesso aggiunti dei dispositivi per assorbire l'umidità. Perché? Perché troppa umidità fa impazzire le ance. Un po' è necessaria, certo, ma se esageri… iniziano i problemi: ance che si chiudono, suono instabile, intonazione che balla la samba.

Ecco qua, un viaggio tra le viscere (piuttosto sofisticate) della nostra amata cornamusa scozzese! Se avete domande, curiosità o volete condividere il vostro "primo montaggio", scrivetemi pure. E ricordate: ogni cornamusa ha il suo carattere… e anche un pizzico di magia.

Slàinte!

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