Come tenere sotto controllo l’umidità nella cornamusa scozzese

24.02.2023

In questo ultimo articolo del ciclo dedicato alla scelta delle varie parti che compongono la nostra cornamusa vogliamo occuparci dei vari dispositivi che consentono di evitare un accumulo eccessivo di umidità nella sacca e di conseguenza sulle ance. Dobbiamo infatti ricordarci che, se è vero che le ance hanno bisogno di un po' di umidità per funzionare bene, in particolar modo quella del chanter, è altrettanto vero che un eccesso di umidità causa una grande instabilità nell'intonazione dello strumento, rendendolo impossibile da ascoltare con piacere. Insomma, una cosa che sicuramente nessun musicista sogna per la propria esibizione!

Per riuscire a bilanciare correttamente l'umidità che arriva alle ance dal fiato bisogna innanzitutto tener conto di alcuni fattori sia oggettivi che soggettivi, quali le condizioni meteorologiche e le caratteristiche del fiato di chi suona. Come sempre succede, infatti, dal momento che non siamo fatti tutti con lo stampino ognuno di noi ha caratteristiche proprie anche per quanto riguarda il fiato, che può essere più o meno umido da un individuo all'altro.

Allo stesso modo, suonare in inverno all'aperto in Val Padana, magari con il classico contorno di nebbia, non è esattamente la stessa cosa che suonare nel bel mezzo del deserto australiano in piena estate, per quanto riguarda l'accumulo di umidità nella sacca! Ma, lasciatevelo dire da chi ci ha a che fare spesso, nemmeno suonare in Val Padana in estate è la stessa cosa che suonarci in inverno, anzi, e la stessa cosa vale più o meno per tutta la nostra penisola.

Naturalmente, infatti, la condensa creata in inverno dal fiato quando si soffia in estate sparisce completamente, per cui nei mesi freddi è assolutamente necessario utilizzare un buon dispositivo per il controllo dell'umidità, mentre in estate basta uno di base e, se non si ha il fiato decisamente umido, spesso se ne può fare addirittura a meno, soprattutto quando si suona all'aperto. Al chiuso, invece, dipende tutto dalle condizioni dei locali e dall'eventuale presenza di un impianto di climatizzazione, che a volte può rendere l'aria davvero asciutta.

Non dimentichiamoci, però, che anche il tipo di sacca che utilizziamo fa la sua parte, quando si tratta di creare umidità. Le sacche sintetiche e ibride (v. articolo se non conosci la differenza), infatti, non essendo traspiranti tendono a formare molta più condensa rispetto alle sacche in pelle, che solitamente non necessitano di nessun sistema per il controllo dell'umidità, del resto spesso anche impossibile da installare in questo tipo di sacca data l'assenza della cerniera nella stragrande maggioranza dei modelli in commercio. Non crediate però che tutto questo sia un punto a favore delle sacche in pelle, anzi: nel caso si abbia a che fare con quello che nell'ambiente viene chiamato "wet blower", cioè una persona dotata di un fiato particolarmente umido, il fatto di non poter intervenire al meglio sul controllo dell'umidità tramite l'uso di appositi dispositivi rappresenta sicuramente un grosso svantaggio. Se è vero che, come abbiamo, detto le sacche in pelle hanno un certo grado di traspirabilità, quando l'umidità diventa eccessiva la sacca da sola, semplicemente, non basta.

Vediamo ora quali sono i dispositivi per il controllo dell'umidità attualmente in commercio. Dirò subito che, sostanzialmente, appartengono a due categorie di base, sebbene si tratti di articoli in costante evoluzione e quindi molto soggetti all'introduzione di prodotti sempre più innovativi sul mercato. La prima categoria consente un controllo ottimale dello strumento quando il tasso di umidità non è eccessivo e prevede dispositivi di vario genere dotati di panni assorbenti, mentre la seconda è indicata in caso di umidità più importante e contempla invece sistemi che assorbono l'umidità grazie all'impiego di palline in gel di silice o granuli in altri materiali.

Chiudiamo allora questo articolo con una raccolta di base di prodotti, pensata per illustrarvi i princìpi di funzionamento di buona parte dei dispositivi attualmente in commercio che, seppur anche molto diversi tra un produttore e l'altro, come abbiamo detto sostanzialmente si rifanno tutti alle stesse due tipologie. Da parte nostra, come sempre, dopo anni di sperimentazione abbiamo deciso di tenere in catalogo solo i dispositivi che si sono rivelati più pratici ed efficaci, perché anche in questo campo purtroppo non mancano prodotti che sebbene non possano essere definiti delle vere e autentiche "sòle", poco ci manca! 

La classica bottiglietta, dotata al suo interno di un panno assorbente. Pur nella sua semplicità spesso può rivelarsi già sufficiente, soprattutto nei mesi caldi, o comunque nei climi secchi e con persone dotate di un fiato non particolarmente umido. Per un risultato ottimale, in grado di garantire quindi una lunga durata dell'esibizione, consigliamo comunque di usarla in abbinamento alla Moose Valve, che oltre alla sua funzione principale funge anche da water trap,  evitando di far finire nella sacca troppa umidità. 

Questa è una versione più evoluta della classica bottiglietta, dotata di una water trap nella parte centrale del tubo per trattenere almeno in parte l'umidità del fiato. Sia questo modello che il precedente vengono inseriti nella sacca fissandoli alla base dello stock del blowpipe, in modo che raccolgano l'umidità diciamo "direttamente alla fonte". Cosa sicuramente molto importante, il tubo può essere suddiviso in due parti così da consentire una pulizia più profonda. 

Un tipo di water trap dall'efficacia più o meno analoga a quella della bottiglietta, a sua volta dotata di un panno assorbente all'interno della parte terminale e sempre da inserire alla base dello stock del blowpipe. 

Un primo esempio di dispositivo che assorbe l'umidità grazie al gel di silice, quindi adatto per climi e ambienti umidi, o comunque per piper dal fiato particolarmente bagnato. Questo modello è pensato per essere fissato alla base degli stock dei bordoni, il che spiega la presenza dei tre tubi. Come potete intuire, chi utilizza questo sistema preferisce lasciare che l'ancia del chanter riceva un po' di umidità dal fiato (solitamente perché piuttosto dura) e non ama usare le valvole dei bordoni, in questo caso impossibili da installare. 

Un altro dispositivo dotato di gel di silice, che in questo caso viene inserito nel barattolo bianco. Al pari di bottigliette ed affini, anche questo sistema deve essere installato alla base dello stock del blowpipe, in modo da distribuire il più  uniformemente possibile la poca umidità che riesce a passare sia alle ance dei bordoni che a quella del chanter. Come il precedente, data la presenza del gel di silice naturalmente si tratta di un sistema adatto ai climi umidi o ai cosiddetti "wet blower". Anche questo dispositivo, come si vede chiaramente nella foto, può essere diviso in varie parti per permettere una pulizia ottimale. 

Uno schema che illustra un'ulteriore categoria di dispositivi, di un tipo che però noi ci sentiamo davvero di sconsigliare completamente perché poco pratico e antigienico. Premesso che questo tipo di sistemi si basa sempre sul gel di silice o su altri granuli in materiale assorbente, al di là della scomodità insita nel reggere e maneggiare una sacca dotata all'interno di un "mostro" così complesso, in questo caso il problema principale è un altro. I vari tubi, infatti, vengono fissati alla base degli stock con un sistema che fa diventare molto difficile smontarli rapidamente, rendendo così impossibile una pulizia profonda e regolare del dispositivo, con tutti i possibili rischi per la salute annessi. 

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